Mimmo,
a.k.a Dhartisatra [Domenico Vitiello], is the newest addition to our team.
He’s
an agronomist from Italy, who dedicated his life after his university to
promote self-production and free sharing of seeds and techniques to be self-reliant.
He decided to join our team as we share the focus on self-reliance, along the interest
to experiment with waste-water filtration and waste conversion into resources.
He will help us to better produce compost, and to understand the science behind
horticulture and much more.
Mimmo is also the promoter of GASeS, or Gruppi
di Autoproduzione Solidale e di Scambio [Groups of self-production of jointly liable
self-production and exchange]. BlOsCambio represents the first GASeS as the online
community of self-producing builders and farmers for a future society based on
self-reliance. On the online forum of BlOsCAMBlO [ www.bioscambio. it/forum ] it
is possible to exchange seeds, cuttings and useful information to start
self-production.
Our intention
is to create the first GASeS in lndia [Auroville] through the Urban Farming
project, to facilitate exchange of knowledge, seeds and techniques
spontaneously within Auroville.
Food is
free, and thanks to Mimmo we will be able to help create a network where money
will not be needed, as help will come from fellow citizens who engage in similar
efforts.
Here the link to his tutorial for home-made nursery made of plastic bottles [in italian]:
https://www.youtube.com/watch?v=hmWkbfQurCw&list=UUu7jL5STFar78-9WWsCr3_A
Moreover, here you can find (in Italian), an article he has written about his trip to Auroville and his participation in the project. For the version in English please follow this link onto his website!
Il mio viaggio ad Auroville e il progetto Urban Farming
Eravamo nella
seconda metà degli anni “70 quando mi misi in testa per la prima volta di andare
in India, forse in seguito alla lettura dell'opuscolo n. 4 di controcultura “Andare
in India” pubblicato nel “74 come supplemento di
un numero del periodico di “Stampa Alternativa”
(rivista di ispirazione libertaria creata da Marcello Baraghini assieme ad
altri tre sessantottini); poi per tutta
una serie di ragioni, vuoi per mancanza di soldi, vuoi perché non ero ancora
maggiorenne, vuoi ancora perché avrei dovuto arrischiarmi in autostop, la cosa
non andò più in porto.
Fu meglio
così?... E chi può mai dirlo? Magari oggi non starei qui a raccontarvi queste
cose e chissà che non debba anche ringraziare quegli amici, che con forza mi dissuasero
dall'intraprendere una simile avventura considerandola pura follia e convincendomi
che probabilmente non sarei mai arrivato a destinazione (figuriamoci poi per
ritornare in Italia!) trattandosi di un viaggio lungo e insidioso e
assolutamente impossibile da farsi in autostop!
Dunque, 36 anni
dopo, quando meno me l'aspettavo (eh sì perché le cose che volevi poi ti
accadono quando meno te le aspetti ;)) ho potuto finalmente realizzare questo
sogno intraprendendo il lungo viaggio per
il Sud-Est dell'India verso lo stato del Tamil Nadu, con destinazione
Auroville, dove sono rimasto per ben 5 settimane.
Ho detto “lungo
viaggio”, ma in realtà non c'è paragone tra l'avventuroso viaggio da
autostoppista dai tempi di quand'ero ragazzo a quello fatto ora, comodamente (si
fa per dire) seduto in un aereo di linea internazionale per sole quasi 10 ore,
pur se col cambio di 3 aerei! Ma vi
garantisco che ne è valsa ugualmente la pena e tanto per dirne una, vi
ritornerò!
Arrivato in
India ho ricevuto subito una calda accoglienza da quei pochi amici di Auroville
che ero riuscito già a contattare per e-mail dall'Italia, primo tra tutti il mio caro amico “Ishta Devata” molto spirituale (di origine Belga), che mi ha dato un grande aiuto ad organizzare il mio viaggio: Ishta ti ringrazio molto! A dire il vero
ho fatto amicizia ancora prima di arrivare in India, già in aereo, parlando con
altri viaggiatori italiani come ad esempio l'emiliano Paolo Magnani, un ragazzo
molto gentile, interessato come me alla spiritualità di Sri Aurobindo, diretto
insieme ai suoi due amici in un tour nel Sud dell'India e con i quali mi sarei
dovuto incontrare qualche giorno dopo, in occasione del loro passaggio per
Auroville; avevo però dato loro il mio numero italiano di cellulare per farrmi
rintracciare, senza immaginare che solo il giorno dopo avrei cambiato la scheda
telefonica con quella di un numero indiano per risparmiare e facilitare i
contatti con gli amici aurovilliani durante tutta la mia permanenza in India:
quindi Paolo e amici, se mi state leggendo, mi scuso con voi e vi prego di
mettervi in contatto con me per e-mail! Grazie
:)
Degli
aurovilliani ho conosciuto tra gli altri il simpaticissimo Luigi (Zanzi), che,
contrariamente a me, fu uno di quelli che partì per davvero in autostop diretto
in India nel lontano 1972 e lo fece
dalla sua città di Ravenna: non solo in India vi arrivò sano e salvo, ma decise
poi felicemente di restarvi! Un aurovilliano dunque di vecchia data, diventato
oramai uno dei responsabili ed amministratori della città e che attualmente
vive nella comunità di Auroville chiamata “Citadines” (Auroville è costituita
attualmenta da 134 piccole comunità dislocate su tutto il territorio) ed è
praticamente colui che ha gettato le basi per il Progetto Urban Farming,
in quanto da sempre interessato a conciliare nel migliore dei modi possibile lo
sviluppo urbano della città (uno sviluppo che per quanto mediato è pur
sempre a effetto impattante) con lo
spirito ecologico e gli insegnamenti del maestro Aurobindo, come lui stesso
ebbe modo di dirmi mentre eravamo intenti a parlare seduti sul suo salottino
preferito, all'aperto: due grandi massi naturali di roccia scura, ma ben
levigati, su cui amava sedersi e intrattenere gli ospiti nel giardino sotto
casa. Lì Luigi mi raccontò, tra le altre cose, di essere stato uno dei pionieri
di Auroville e un buon colllaboratore delll'architetto francese Roger Anger,
progettista della città voluta da Mère (della quale sposò una nipote), con la
sua caratteristica forma a spirale, da galassia e dai suoi raggi che lui
chiamava “linee di forza” e lungo le quali si sviluppavano i diversi habitat
delle varie costruzioni residenziali, tutte di bassa altezza e totalmente
immerse nel verde dei giardini fioriti, al centro di una rigogliosa foresta,
miracolosamente rinata dall'impegno dei suoi volenterosi abitanti, in quel
luogo ormai desertico che era diventata la zona di Auroville all'epoca della
sua fondazione. Anger fu anche il progettista del famoso Matrimandir, una
costruzione a sfera dedicata a Mère (Mira Alfassa) e posizionata al centro di
questa città-galassia di cui ne rappresenta il fulcro e il cuore spirituale per
essere il luogo privilegiato di meditazione degli aurovilliani dopo l'Ashram di
Aurobindo a Pondicherry dove sono sepolti lui e Mère insieme.
Come dicevo
all'inizio, sono rimasto lì per 5 settimane, ma già dopo la prima settimana, in
seguito a quella sorta di magia che aleggia ad Auroville, luogo di ricerca spirituale
e di impegno del volontariato, ho conosciuto, si direbbe oggi “in ordine di
apparizione”, Roby (Roberto), Ricky (utente Jaof in BIOsCAMBIO), entrambi
volontari di lungo termine e quindi il già citato Luigi (aurovilliano
ultraquarantennale) e infine il giovane aurovilliano Jeremy; tutti facenti
parte del team del Progetto Urban Farming.
Sono bastate
solo poche parole con ciascuno di loro per entrare in sintonia e così, manco a farlo apposta,
nel giro di solo pochi giorni e con mio grande stupore, sono stato piacevolmente
accolto nel team!
Il progetto Urban
Farming di Auroville rappresenta molto di più rispetto alla consueta Transition
Town, perché, al contrario di quest'ultima, la transizione parte dalla
Natura, in buona parte incontaminata,
selvaggia, verso una forma di urbanizzazione che sia un “full immersion”
nella Natura, mediante l'individuazione e lo sviluppo di attività umane quanto
più compatibili con essa e con essa connessi, in un continuo rapporto di “ricerca
del quotidiano” come esperienze di conoscenza vissute sempre in maniera
innovativa per il nostro spirito; non è quindi quella Transition Town della
metropoli occidentale, rifiutata nel suo modello economico industriale ma in
buona parte ancora da esso diperdente, che cerca di arrabattare alla meglio
piccole isole di alternatività e di verde a uso collettivo, per recuperare un
rapporto con la natura ormai falsato da una mentalità del profitto e che di
naturale ne ha solo la parvenza e quasi sempre di corredo urbano, quand'anche
si cerchi di abbinarlo ad un contesto più ecosostenibile di economie
alternative, ivi compresa quella dell'autoproduzione per l'autosostentamento.
Ad Auroville il
tessuto connettivo principale è linvece “la foresta”, che continua a
farla da padrone, e che nella sua biodiversità mantiene il suo carattere
primigenio di organismo unico e complesso al tempo stesso, perennemente in
equilibrio e che si arricchisce via via di nuove forme organiche, disperse, ivi
inclusa quella urbana, con alcune propaggini che si evolvono in un intreccio
fatto di insediamenti umani, giardini, verde
pensile e colture ortive, quali forme viventi di “verde abitato”.
E' un rapporto
con la Natura non più di tipo parassitario da parte dell'uomo, il quale cerca
di superare il suo ruolo di perenne consumatore a cui è condannato a vita,
guadagnandosi quello di organismo simbiotico, mutualistico e quindi di tipo
evoluzionistico, dove l'uomo della nuova specie che auspicava Aurobindo,
rinuncia al suo ruolo di sopraffattore e
prende parte al processo universale della Natura coscienziosamente, consapevole
di esserne solo una creatura insieme a tutte le miriadi di altre forme
organiche ed inorganiche del vivente e, preoccupandosi di non eccedere nel suo
ruolo di protagonismo a discapito degli altri viventi, cerca con essi di
convivere relazionandosi nell'essenza, dal profondo della spiritualità.
E così, la
stessa autoproduzione di alimenti biologici del progetto dell'Urban Farming di
Auroville non è dunque finalizzata al solo sostentamento umano in ambienti
urbani, ma l'attività ortiva
bio-naturale diventa quel contesto/pretesto, per apprendere e approfondire le
lezioni di solidarietà, gratuità ricchezza e intensità di vita, che la prodiga
e prodigiosa Natura ci impartisce per mezzo dei suoi organismi superiori, cioé
i vegetali, quali esseri saggi, autotrofi, che hanno avuto, sin dall'inizio del
loro apparire sulla terra, l'intelligenza di sviluppare una forma di vita ad
impronta ecologica addirittura “inferiore a zero” utilizzando
sapientemente tutti e 4 gli elementi naturali acqua, aria, fuoco (inteso come
luce solare) e terra e riuscendo peraltro a nutrire direttamente o
indirettamente l'intero ecosistema.
Urban Farming non è però l'unico progetto di cui ho intenzione di
interessarmi: ci sono in programma anche la collaborazione con l'amico Santo
(un altro caro aurovilliano italiano di vecchia data) del Botanical Garden, per
la progettazione di un piccolo depuratore aerobico (processo nitro-denitro) per
il trattamento delle acque reflue ed il recupero dei fanghi da utilizzare nella
produzione di terriccio compostato da vivaio, in modo da trasformare in risorsa
i rifiuti organici rappresentati dai reflui civili (in natura non esiste il
concetto di rifiuto finché si parla di materiali biodegradabili) e infine prevedo
la collaborazione con Gilles di Auroville Bamboo Centre al progetto dell'autocostruzione
di case a basso costo in bamboo, utili a
favorire l'insediamento di giovani newcomers dotati di scarse risorse
economiche.
Ma da questo
“primo” viaggio in India, ho avuto soprattutto modo di conoscere e apprezzare l'altro
volto a me ancora sconosciuto della Natura sub-tropicale, quello fatto ancora di vita semplice degli
indiani di villaggio (seppur con tutte le carenze igieniche e le non poche
contraddizioni sociali), un ambiente ricco di colori sgargianti, sapori e
profumi intensi e per me, che sono un amante e attento osservatore di queste
cose, è stato davvero come conoscere l'altra faccia nascosta della luna!
Mimmo (Dhartisatra)
Ciao Mimmo, sono Paolo Magnani, che tu hai citato all'inizio della tua mail: cercando informazioni e curiosità su Auroville ho trovato il tuo sito e il tuo scritto!
ReplyDeletePensa che coincidenza: una settimana fa, in quel di Cesenatico, ho parlato con il fratello (maggiore) di Luigi Zanzi: perchè ha organizzato una gita in bicicletta a cui ho partecipato!
Conosco di vista il fratello maggiore di Luigi Zanzi da qualche anno (non ricordo il nome proprio) , in occasione di queste gite in bici, e mi parlò, già qualche anno fa, di un suo fratello che da tanti anni vive ad Auroville.
Domenica 2 agosto, quando ci siamo salutati, abbiamo parlato pochi minuti e gli ho chiesto nuovamente di suo fratello.
Ci siamo salutati che quando ritornerò in India (e sicuramente ad Auroville) , lo contatterò per conoscere Luigi. Dopo aver parlato con Zanzi, mi è ritornato in mente il viaggio di tre settimane in India!
Come stai, tutto bene?
Per me tutto ordinario. Lavoro (sono un impiegato) e nel tempo libero coltivo i miei interessi, principalmente la lettura e le gite in bici (bici da viaggio, non bici sportiva).
Ti saluto e spero di rivederti!
Paolo Magnani
Che piacere risentirti Paolo! Non avendo avuto modo di rintracciarti nel web dove i Paoli Magnani sono innumerevoli, speravo di poterti rintracciare tramite questo articolo e in maniera del tutto inaspettata così è accaduto :)
ReplyDeleteOra hai da raccontarmi del viaggio che tu e i tuoi due amici avete fatto in India dopo che ci siamo salutati all'aeroporto di Chennai, pe cui,, se hai piacere a scrivermi, ti do la mia mail dhartisatra@bioscambio.it, così mi invii anche il tuo indirizzo di posta elettronica in modo da non perderci di vista in attesa del prossimo viaggio...
Allora aspetto presto tue notizie.
Un abbraccio, Domenico